Atteggiamenti impropri quelli utilizzati dalla società del Taranto Calcio, che attraverso una sottile forma ricattatoria formulata attraverso genitori e ragazzi “selezionati” dallo staff del settore giovanile rossoblù impongono alle Società di precedente tesseramento una istanza di rinuncia al Premio di Preparazione spettante nel caso in cui uno di questi ragazzi un giorno possa debuttare nel calcio professionistico. Quale pena applicata in assenza di tale documento? L’esclusione di un ragazzino di 14/15 anni dalla possibilità di essere tesserato nel tanto sognato Taranto (sognato dagli altri perchè io non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico)! Messa in questa maniera può sembrare facile pensare che basti non accettare un simile ricatto ed andare avanti per la propria strada ed invece così non è. Così non è perchè al mancato accordo di collaborazione tra Dirigenti delle due società il tutto dovrebbe chiudersi lì ed invece no. Con tale violenza psicologica nei confronti di ragazzi e genitori riescono ad inculcarti che l’orco cattivo è chi non rinuncia ad un premio economico (di poche centinaia di euro), e non di chi con fare da miserabile ricatta la collettività portando un bambino a dover arrivare alle lacrime pur di ottenere una maledetta liberatoria per poter coronare il proprio sogno di giocare nel Taranto. A mio parere, questa è una clamorosa falla del sistema figc, un riconoscimento a chi fa del calcio la propria missione come noi che dovrebbe semplicemente esserci o non esserci, impedendo il verificarsi di certe situazioni a danno dei più piccoli e che mettono a rischio tutto il sistema calcio nei settori giovanili. Perchè tantissimi potrebbero essere i modi con cui si può arrivare un giorno a chiedere tali liberatorie: con la disperazione, con le minacce, con la violenza, perchè infondo noi Presidenti non sappiamo mai per davvero con chi abbiamo a che fare e a questo giro fortunatamente ci è andata bene, perchè di fronte avevamo una famiglia perbene… ma domani? Cosa capiterà? Se il Taranto pescherà altri cinque, dieci, quindici nostri ragazzi saremo ancora costretti a cedere a questi ricatti? Io non ci sto, e ritengo necessario prendere le dovute distanze da una società che dovrebbe rappresentare Taranto, i tarantini e soprattutto collaborare con le scuole calcio del territorio, ma a doppio senso, non a senso unico, affinché un giorno anche io possa sentirmi fiero di poter tifare per la squadra della mia città e perchè no, decidere da solo di rinunciare a tutto pur di far sposare un progetto serio ad un ragazzo passato dalle nostre mani che ad oggi, posso dire con certezza, serio non è.